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VERMOCANE
Descrizione
I vermi di fuoco sono dei policheti ma a differenza della maggior parte dei suoi cugini terrestri, sono molto più incazzati! Delle circa 200 specie esistenti ce né una molto comune in Mediterraneo chiamata Vermocane (Hermodice carunculata) ed è possibile incontrarla sulle barriere coralline, sotto le pietre nelle aree rocciose, tra le alghe oppure su alcuni fondali fangosi.
Questi organismi marini sono caratterizzati da lunghe chete calcaree che sporgono dal corpo, molto simili a mini-spazzolini elettrici! Se fossi in voi eviterei di lavare i denti con un vermocane perché rischiereste spiacevoli sensazioni di bruciore o pericolose risposte immunitarie dovute alle tossine associate alle chete (che poi, perché dovreste lavare i denti con un Vermocane?!...). Le chete servono sia come meccanismo di difesa antipredatorio, sia per immobilizzare e ferire le prede, il che li rende migliori di una spada laser!
Il vermocane mangia di tutto: coralli, anemoni, spugne, ricci e stelle di mare e budini… ok forse i budini no… ma è talmente famelico ed incazzato che in condizioni estreme può nutrirsi anche di conspecifici feriti o morti, quindi Liberté, Égalité, Fraternity…e se non c’è cibo mangio pure te!
Il vermocane oltre ad essere vorace e avere pochissimi predatori naturali, si riproduce velocemente, sia producendo gameti (riproduzione sessuale) e sia per frammentazione e rigenerazione (riproduzione asessuata), ovvero: se tagliato in due parti è in grado di rigenerare da ciascuna di queste, le parti del corpo mancanti proprio come Majin Bo o il Primo Hokage!
Si riproduce molto, mangia tanto e di tutto, ha pochi predatori naturali (perché le sue tossine lo rendono meno appetibile dei tramezzini ai distributori automatici) e se esistesse l’FBI per l’identificazione delle specie invasive, il Vermocane rientrerebbe nel perfetto identikit!
Questo polichete marino un po' di anni fa, prima che le temperature dei nostri mari si alzassero a causa del riscaldamento globale, se ne stava al calduccio nella parte meridionale del Mar Mediterraneo. Ad oggi però questa specie che preferisce le acque calde (specie termofila), può colonizzare anche le coste che in passato erano inaccessibili a causa delle temperature troppo basse, con ripercussioni sulla composizione della comunità marine e (potenzialmente) anche sulla biodiversità.
Carta d'identità subaquea: Hermodice carunculata
CHI E’: appartiene alla classe Polychaeta, il gruppo più grande e primitivo di Anellidi. Questo polichete marino appartenente alla famiglia Amphinomidi e il suo nome scientifico è Hermodice carunculata (Pallas, 1766). Di vermocane ne esistono circa 200 specie, divise in 25 generi.
DOVE VIVE: Il range nativo del vermocane include i Caraibi, il Golfo del Messico e il Mar Mediterraneo e si trovano in tutto l'Atlantico tropicale occidentale e nell'isola di Ascensione nel medio Atlantico. Sono abbondanti sulle barriere coralline, sotto le pietre nelle aree rocciose o di alghe e su alcuni fondali fangosi. Sono stati trovati anche in superficie o in prossimità dei relitti e in generale, Hermodice carunculata è considerata una specie comune dei fondali rocciosi dell’infralitorale del Mediterraneo soprattutto tra 2 e 20 m di profondità.
COME È FATTO: Sono spesso sorprendentemente belli e molto colorati e mostrano enormi variazioni nella forma e nello stile di vita. Questi bellissimi vermi segmentati appiattiti, raggiungono i 35,6 cm (tipicamente 7-10 cm). Tra l'altro è stato notato di recente un aumento nella taglia media di questa specie fino a 50-77 cm, in particolare lungo le coste del Tirreno. A parte la testa e i segmenti terminali, tutti i segmenti sono identici, ciascuno con un paio di pale appiattite e carnose simili a lobi chiamate parapodi, che vengono utilizzate per nuotare, scavare e creare una corrente di alimentazione. I parapodi sono utilizzati anche per la respirazione e la loro elevata ramificazione, massimizza la capacità di assorbimento dell’ossigeno disciolto nell’ambiente acquatico. L’epiteto della specie (carunculata) è dovuto ad una precisa parte anatomica, la caruncula. Essa è presente solo in alcuni policheti e si trova nella parte posteriore del prostomio (il segmento corrispondente al capo dell’animale) e ha funzione sensoriale.
ALIMENTAZIONE E RESPIRAZIONE: si nutrono di coralli molli e duri, anemoni, piccoli crostacei, spugne, ricci e stelle di mare. Di recente alcuni studi hanno addirittura evidenziato che il vermocane può nutrirsi anche di meduse e cetrioli di mare. Non solo preda tanti organismi diversi, ma è in grado di predare anche quelli meno appetibili. Può infatti nutrirsi anche di specie che presentano difese chimiche contro la predazione senza però esserne danneggiato. Il vermocane è anche in grado di cambiare dieta in funzione delle condizioni ambientali: quando le prede scarseggiano può diventare letteralmente uno spazzino (scavenger in inglese), nutrendosi dei detriti organici del fondale e anche di organismi morti (saprofagia). In condizioni estreme è stato dimostrato che può nutrirsi anche di conspecifici feriti o morti.
RIPRODUZIONE: sia sessuale che asessuale. Nel primo caso, la riproduzione avviene tramite l’unione di gameti maschili (spermatozoi) e gameti femminili (cellule uovo). Dall’uovo si sviluppa una larva (detta trocofora) dalla quale si sviluppa un nuovo individuo.
La riproduzione asessuata invece avviene per frammentazione e rigenerazione. Ciò significa che quando il vermocane viene tagliato in due parti, ciascuna di queste è in grado di ricostruire i segmenti mancanti.
ARMA DI DIFESA: Al di sopra dei parapodi sono disposte le setole calcare le quali sono immensamente variabili tra le specie. Tali setole biancastre, che decorrono lungo entrambi i lati dell’animale, sono cave e piene di tossine. In realtà nel Vermocane non è ancora chiara la natura chimica della tossina che causa l’irritazione. Studi recenti suggeriscono che questa non sia unica, ma che il vermocane sia piuttosto in grado di produrre un cocktail di tossine, appartenenti a ben 24 classi diverse.
Fonti e approfondimenti
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